Jacopo V Appiano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Jacopo V
Ritratto di giovane uomo, probabile ritratto di Jacopo V Appiano, opera di Rosso Fiorentino, 1517-1518 circa, conservato presso la Gemäldegalerie di Berlino
Signore di Piombino
Stemma
Stemma
In carica1510 -
1545
PredecessoreJacopo IV
SuccessoreJacopo VI
Nome completoJacopo di Jacopo IV Appiano
NascitaPiombino, 1480
MortePiombino, 20 ottobre 1545
DinastiaAppiano
PadreJacopo IV Appiano
MadreVittoria Todeschini Piccolomini d'Aragona
ConiugiMarianna d'Aragona
Emilia Ridolfi
Clarice Ridolfi
Elena Salviati
Figlida Elena
Jacopo
Alfonso
illegittimo
Alfonsino
ReligioneCattolicesimo

Jacopo V Appiano (Piombino, 1480Piombino, 20 ottobre 1545) fu ottavo Signore di Piombino, Scarlino, Populonia, Suvereto, Buriano, Badia al Fango e delle isole d'Elba, Montecristo e Pianosa; anche conte palatino.

Jacopo V, figlio di Jacopo IV Appiano e Vittoria Todeschini Piccolomini d'Aragona,[1] come i suoi antenati, inizialmente si orientò verso una politica filo aragonese sposando a Napoli nel 1510 Marianna d'Aragona (Saragozza, 1485 - Piombino, 1513), già vedova di Roberto II Sanseverino,[1] Principe di Salerno, e figlia di don Alfonso primo Duca di Villahermosa e Conte di Ribagorza, figlio illegittimo di Giovanni II d'Aragona, e quindi fratellastro di Ferdinando II d'Aragona, che proprio in quegli anni era divenuto sovrano di Napoli.

Morta la prima moglie, ed eletto al soglio Giovanni de' Medici come Papa Leone X, il 20 agosto 1514[2] a Firenze sposò Emilia Ridolfi (Firenze, 9 aprile 1500 - Firenze, 10 ottobre[3] 1514), figlia di Piero Ridolfi e di Contessina de' Medici, sorella del pontefice; la sposa morì prima di consumare il matrimonio. Poco prima del 20 novembre 1521[3], sposò, sempre a Firenze, Clarice Ridolfi (Firenze, 22 aprile 1507 - Piombino, 1522[3]), sorella minore della defunta Emilia, a cui era fidanzato dal 1515, ma anche questo matrimonio restò improle.

Nel luglio 1524[3] sposò Elena Salviati (Firenze, c. 1495 - Genova, 9 maggio 1551[4]), già vedova di Pallavicino Pallavicino, Marchese di Busseto: era figlia di Jacopo Salviati e di Lucrezia de' Medici, sorella anch'essa di Leone X e cugina poi di Clemente VII. Grazie a questi legami il suo regno non fu travagliato come quello del padre e poi del figlio.

Ospitò a corte noti artisti, come Il Sodoma[5], che fu impegnato, fra il 1514 e il 1537, nel ciclo di affreschi del Palazzo di Cittadella, della Chiesa di Santa Croce a Populonia e in diverse pale d'altare, Rosso Fiorentino,[6] nel periodo 1516-1520, che dipinse un suo ritratto, da identificarsi presumibilmente con il Ritratto di giovane uomo e un Cristo morto bellissimo,[7] e Pietro l'Aretino nel 1545.

Durante la signoria di Jacopo, l'isola d'Elba venne devastata dalla flotta corsara di Khayr al-Din Barbarossa,[1] che rispose ad una mancata richiesta di restituzione di un giovane, figlio di Sinan rais, da anni trattenuto proprio a Piombino alla corte degli Appiano.

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Emanuele Appiano Jacopo I Appiano  
 
Polissena Pannocchieschi  
Jacopo III Appiano  
Colia de' Giudici Alfonso V d'Aragona  
 
Ippolita  
Jacopo IV Appiano  
Giano Fregoso Bartolomeo Fregoso  
 
Caterina Ordelaffi  
Battistina Fregoso  
Violante Gentile Francesco Gentile  
 
 
Jacopo V Appiano  
Giovanni "Nanni" Todeschini  
 
 
Antonio Todeschini
Piccolomini d'Aragona
 
Laudomia Piccolomini Silvio Piccolomini  
 
Vittoria Forteguerri  
Vittoria Todeschini
Piccolomini d'Aragona
 
Ferdinando I di Napoli Alfonso V d'Aragona  
 
Giraldona Carlino  
Maria d'Aragona  
Diana Guardato  
 
 
 


Matrimoni e discendenza

[modifica | modifica wikitesto]

Jacopo V non ebbe figli nei matrimoni con Marianna d'Aragona, Emilia Ridolfi e Clarice Ridolfi.[1] Ebbe invece due figli dalla quarta moglie Elena Salviati:

Da una certa Giulia, dama di compagnia di Elena Salviati, ebbe un figlio illegittimo:

  • Alfonsino (1530 - morto giovane),[1] sposò Oriettina Fieschi, la quale ebbe un figlio adulterino da suo cognato Jacopo VI, Alessandro, che succedette al padre naturale nella signoria di Piombino.
  1. ^ a b c d e f g Litta, Tav. II.
  2. ^ Goffredo Ademollo Valle, Rosso Fiorentino a Piombino. Il ritratto di Jacopo V Appiani, TraccEdizioni, 1994, p.14.
  3. ^ a b c d Goffredo Ademollo Valle, Rosso Fiorentino a Piombino. Il ritratto di Jacopo V Appiani, TraccEdizioni, 1994, p.15.
  4. ^ Archivio storico italiano, Olschki, 1898, p.436.
  5. ^ Cardarelli, p. 12.
  6. ^ Valle, p. 23.
  7. ^ Valle, p. 67.
  • Romualdo Cardarelli, Jacopo V d'Appiano e il Sodoma, Piombino, Centro Piombinese di Studi Storici, 1994.
  • Mauro Carrara, Signori e Principi di Piombino, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi, 1996.
  • Goffredo Ademollo Valle, Rosso Fiorentino a Piombino. Il ritratto di Jacopo V Appiani, Pontedera, TraccEdizioni, 1994.
  • Luisa Bertoni Argentini, APPIANI, Iacopo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961. URL consultato il 7 gennaio 2018. Modifica su Wikidata
  • Pompeo Litta, Appiani di Pisa, collana Famiglie celebri italiane, Milano, Giulio Ferrario, 1834.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore di Piombino Successore
Jacopo IV 1510-1545 Jacopo VI